
La Procura di Palermo ha disposto accertamenti tecnici con le nuove tecnologie disponibili per estrarre il Dna su una impronta ritrovata 45 anni fa nello sportello lato guidatore della Fiat 127 utilizzata dai killer per la fuga dopo avere assassinato, il 6 gennaio del 1980, l’allora presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Capo dello Stato.
Il prossimo 12 giugno, scrive il quotidiano online LiveSicilia, sarà conferito l’incarico ai periti per una comparazione biologica sul reperto. Subito dopo il delitto l’impronta fu isolata, ma fu considerata inutilizzabile per potere svelare l’identità di chi l’aveva lasciata sulla carrozzeria.
Il vetrino potrebbe avere catturato delle tracce biologiche comparabili con il Dna degli indagati Antonio Madonia e Giuseppe Lucchese, i killer mafiosi che secondo la Procura guidata da Maurizio De Lucia avrebbero sparato a Mattarella.