
Secondo il giudice, che ha riconosciuto un risarcimento di 252 mila euro ai familiari, una 93enne perse la vita, nel 2018, a causa di un clistere, durante il ricovero nell’ospedale Villa Sofia di Palermo per un intervento alla colecisti. Lo scrive il Giornale di Sicilia. “In condizioni di salute compromesse da comorbilità e precedenti interventi chirurgici”, il suo stato generale era migliorato, ma il 17 agosto 2018, a causa di un mancato svuotamento intestinale le venne eseguito un clistere e la manovra causò una perforazione della giunzione retto-sigmoidea, a cui seguì il coma e la morte.
Per i periti del tribunale di Palermo, “l’esecuzione imprudente e negligente del clistere” sarebbe la causa della morte. Il giudice ha respinto la tesi difensiva della struttura ospedaliera, che aveva attribuito la morte a cause naturali legate alle patologie pregresse della paziente, affermando, invece, che la condotta degli operatori sanitari ha rappresentato una “concausa determinante dell’evento letale”. Il risarcimento tiene conto del “danno biologico terminale” e “danno morale terminale”, cioè le sofferenze fisiche e psicologiche patite dalla donna, che rimase vigile per un periodo significativo dopo l’errore medico.