
Uno ha chiesto di patteggiare la pena, un secondo imputato ha scelto l’abbreviato, e per gli altri tre disposto il rinvio a giudizio. Questo l’esito dell’udienza preliminare nell’ambito dell’inchiesta che vede coinvolte cinque persone di Favara su un lite scaturita dall’investimento di un gatto e sfociata con il ferimento di uno dei soggetti con un colpo di pistola. Un giovane è rimasto ferito ad una mano. Sul banco degli imputati siedono: Nicolò Presti, 45 anni, Pietro Amato, 42 anni, e i fratelli Giuseppe, Salvatore e Giovanni Scarabeo, di 37, 36 e 30 anni.
Presti ha chiesto, attraverso il proprio difensore, l’avvocato Domenico Russello, di patteggiare la pena a 1 anno e 4 mesi di reclusione con il consenso del pubblico ministero Maria Barbara Grazia Cifalinò. Il gup del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo deciderà all’udienza del 9 luglio. Amato, difeso dall’avvocato, Davide Casà, ha chiesto il rito abbreviato. L’avvocato Olindo Di Francesco, legale difensore dei fratelli Scarabeo, non ha chiesto riti alternativi e per loro è stato disposto il rinvio a giudizio. La prima udienza è stata fissata per il 15 ottobre davanti al giudice del tribunale di Agrigento, Michele Dubini. Teatro del fatto la via Palermo, a Favara.
La vicenda è quella per cui, nei giorni successivi all’episodio, è finito agli arresti domiciliari il 45enne, accusato di avere picchiato, minacciato e sparato addosso al 30enne, appunto, rimasto ferito a una mano, dopo che aveva litigato con sua sorella perché aveva investito un gatto randagio proprio davanti all’abitazione. I tre fratelli sono accusati di tentata violenza privata ai danni di Amato che sarebbe stato minacciato di morte se non avesse assecondato alle loro richieste di portarli da Presti per vendicarsi. L’arma non è stata mai ritrovata.