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ย Le piรน alte cariche civili, militari e religiose della provincia si sono ritrovate nella consueta cornice di Villa Bonfiglio. Una corona รจ stata deposta dal prefetto Salvatore Caccamo ai piedi del Monumento ai Caduti. La cerimonia, svolta in maniera sobria in virtรน del lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, รจ stata impreziosita dagli interventi della Banda comunale di Siculiana e degli studenti del Liceo Classico e Musicale โEmpedocleโ di Agrigento, accompagnati, per lโesecuzione dellโInno di Mameli, dal coro dellโIstituto Comprensivo โEssenetoโ del Capoluogo.








Il 25 Aprile si celebra la data della liberazione italiana dal nazifascismo e dalla guerra, per lโItalia rappresentรฒ il giorno della ricomposizione dellโunitร nazionale nel nome della libertร e segnรฒ il punto di partenza del processo di costruzione della democrazia italiana.
Tale festeggiamento si rivolge non solo ad una vittoria politica, bensรฌ a tutte le conseguenze di tale evento storico.
La proclamazione, nel 1945, da parte del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia dell’insurrezione dei territori ancora occupata, quale risposta concreta alla disgregazione dello Stato, segna l’inizio della strada che condusse il Paese e gli italiani a scegliere la Repubblica nel referendum del 2 giugno 1946 e successivamente, nel 1948, allโacclamazione della Costituzione repubblicana.
Si festeggia lโavvento di una nuova epoca segnata dal trionfo dei piรน alti valori umani, dei piรน nobili principi illuministici: libertร e democrazia.
Questo 25 aprile compie 80 anni.
Gli accadimenti che hanno condotto allโunitร nazionale ed alla democrazia hanno richiesto un enorme sacrificio allโItalia: i cittadini oppressi, le vite perdute dei partigiani, i 600 mila soldati deportati nei campi di concentramento.
ร stata una guerra civile, casa per casa, quella combattuta dalle forze occupanti tedesche per โepurareโ il territorio dagli indifesi civili che sostenevano le formazioni partigiane fornendo loro cibo, cure e rifugio. Donne, anziani, bambini innocenti sterminati. A resistere, dopo lโ8 settembre del 43 sono giovani animati da uno spirito patriottico, ufficiali e soldati del regio esercito sbandato, studenti, operai, tante donne, sempre piรน coinvolte nella causa nazionale. Spesso il loro ruolo era quello di staffette, da tramite ma anche da attiviste: costituirono i โGruppi di difesaโ, sostituirono gli uomini nelle fabbriche dando vita a scioperi e sommosse.
Perchรจ resistere รจ un atto di radicale disobbedienza per sdradicare il sistema fascista, รจ una scelta rischiosa, รจ il diritto di lottare per la libertร , per restituire dignitร al Paese oppresso dal regime.
Ecco che il 25 aprile rappresenta il simbolo della libertร riconquistata a caro prezzo, รจ giornata di celebrazione del ricordo per le future generazioni, di quel tempo di lotta, tra la paura di agguati e imboscate, di guerra con e senzโarmi, per lโindipendenza della Patria e per la dignitร di uomini liberi.
La pace, tra uomini liberi, desiderata, invocata, conquistata dal popolo, donne, uomini, partigiani, civili, costretti a battersi, come scrisse Piero Calamandrei โper necessitร , non per odioโ, per riscattare il paese dalla vergogna e dalle brutture dellโumanitร .
Per tali motivi il 25 Aprile รจ una data da ricordare con orgoglio e con coscienza, costituisce lโessenza della nostra libertร costituzionale affinchรจ possa essere, specialmente per i giovani, monito di ardore, un arioso affaccio a un domani di moralitร e legalitร , per una democrazia senza aggettivi, sostantiva, ed universale, nella quale tutti possano riconoscersi pacificamente.
Un cambio di rotta, che abbiamo diritto e dovere di preservare e coltivare. Che si nutra di cultura, di vivido bene, di bello, di sentimento, fattivitร e concretezza.
Quel movimento, di coscienze e dโazione sia oggi il radioso volto della nostra resistenza di pace.
