21 Maggio 2025

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 Sequestrati beni per 220mila euro a Daniele De Martino, nome vero Agostino Galluzzo, cantante neomelodico di Palermo, sconosciuto al fisco, il cui padre ha percepito 40mila euro del reddito di cittadinanza tra il 2019 e il 2022, dichiarando nella richiesta del sussidio che il figlio era disoccupato.

Anche il genitore è stato denunciato ed è stato disposto il sequestro dei beni per equivalente.

L’operazione, denominata Sold out, è stata condotta dalla Guardia di finanza, su ordine del Gip, e ha portato anche al sequestro, tra Palermo e Napoli, di orologi Rolex, gioielli, e denaro contante.
    L’attività parte da una verifica fiscale della Gdf di Palermo per gli anni tra il 2016 e il 2022. Il cantante era stato destinatario di misure di prevenzione personali, come divieti del questore che gli impedivano di accompagnarsi a soggetti socialmente pericolosi. In diverse occasioni gli era stato proibito di esibirsi dal vivo. Il neomelodico pubblicizzava attraverso i propri profili social centinaia di concerti e feste private, senza avere mai aperto una partita Iva. Era molto attivo su siti e App di settore dove aveva caricato diversi album e video musicali.
    Proprio i profili social sono stati utili alle fiamme gialle per la ricostruzione dei compensi percepiti, quantificati in quasi 850 mila euro in 6 anni di attività. Inoltre, per le annualità 2018, 2019 e 2021, il cantante avrebbe omesso la dichiarazione dei redditi e per questo è stato denunciato.

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A Cattolica Eraclea, è stata svaligiata l’abitazione di un pensionato. Portati via gioielli e monili d’oro. Il danno è stato stimato in oltre 50 mila euro. La stessa somma di denaro quantificata per il furto messo a segno ventiquattr’ore prima in Corso Umberto a Licata.

Ad indagare, dopo aver raccolto la segnalazione ed essersi precipitati sul posto, sono i carabinieri della locale Stazione. I delinquenti, stando a quanto emerge, sono riusciti a penetrare nella casa dopo aver forzato un infisso.

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Ha denunciato di avere subito abusi dopo essersi allontanata dall’Ospedale dei bambini a Palermo. Vittima una tredicenne sentita oggi dal pm del dipartimento fasce deboli della procura di Palermo, che indaga assieme alla Procura per i minori, mentre gli investigatori hanno acquisito il cellulare della ragazzina. La tredicenne ha raccontato di essere stata violentata la notte tra sabato e domenica da un ragazzo dopo essersi allontanata dall’istituto dove era ricoverata in Neuropsichiatria infantile. Lo stesso reparto dove ora è ricoverata in quanto ha problemi di dipendenza da droga e alcol.

La ragazza verrebbe da una contesto familiare problematico, è stata in casa famiglia ed è ora affidata alla madre, anche lei con problemi di dipendenza. Era proprio con lei quando sarebbe uscita dell’ospedale forse per andare a comprare un gelato, verso le 19 di sabato. Sarebbe sorta una lite tra madre e figlia e la tredicenne si sarebbe allontanata dopo aver chiamato – o incontrato dopo averla chiamata precedentemente e questo potrebbe essere la ragione del litigio – un’amica che le avrebbe portato dei vestiti.

Dall’ospedale dei bambini le due ragazzine si sarebbero recate al Borgo Vecchio, che dista circa 40 minuti a piedi, una zona dove è più facile per un minorenne comprare bevande alcoliche dove si può trovare facilmente hashish, marijuana o cocaina. Il racconto sarebbe frammentario e lacunoso perché le fasi degli abusi sarebbero avvenute mentre lei era ubriaca e sotto l’effetto di marijuana. Al Borgo Vecchio si sarebbe appartata con un ragazzo che poi la avrebbe violentata. La ragazzina ha raccontato di avere tentato di opporsi ma inutilmente.

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La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un provvedimento di confisca beni per un valore complessivo di 9 milioni di euro emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Caltanissetta, su proposta del Direttore della Dia, nei confronti di un imprenditore originario di Polizzi Generosa (Palermo), ma da anni residente a Caltanissetta.

Il provvedimento divenuto irrevocabile, trae origine da una attività investigativa condotta dal Centro Operativo di Caltanissetta, che ha ripercorso la carriera dell’imprenditore dalla metà degli anni’ 80 fino ad oggi, accertandone la pericolosità sociale: un’ascesa economico-imprenditoriale costellata, secondo gli investigatori, da costanti e continui rapporti intrattenuti con il gotha dell’imprenditoria mafiosa.
    L’imprenditore, già dal 2007, risultava condannato definitivamente per associazione mafiosa, al termine di un complesso percorso giudiziario nell’ambito della nota indagine su mafia e appalti.
    Alla fine degli anni ’80, quale dipendente di una grossa società del nord Italia, attiva nel settore delle grandi opere, non soltanto si prodigò per ottenere illeciti vantaggi in termini di aggiudicazione e gestione degli appalti in Sicilia ma, grazie alla sua vicinanza al contesto mafioso dell’epoca, ne trasse personale illecito arricchimento tramite imprese allo stesso intestate o a lui direttamente riconducibili tramite prestanomi.
    Un impero milionario costruito in oltre trent’anni di attività imprenditoriale e rapporti d’affari, intrattenuti anche con diversi boss mafiosi di vertice della mafia siciliana.
    Il provvedimento di confisca ha interessato l’intero capitale sociale ed il complesso di beni strumentali di 3 ditte e quote di partecipazioni in altre 5 società di capitali, 7 immobili, 4 autoveicoli e 22 rapporti bancari per un valore stimato pari a oltre 9 milioni di euro.

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Due persone di Serradifalco (in provincia di CALTANISSETTA) sono state arrestate dalla polizia perché ritenute responsabili del ferimento del poliziotto durante gli scontri per la partita Licata-Sancataldese del campionato di serie D. I due, difesi dagli avvocati Dino Milazzo e Gaetano Costa, sono accusati di violenza e resistenza nei confronti di un pubblico ufficiale. Gli arresti sono avvenuti in differita due giorni dopo il match sportivo. I due attualmente sono detenuti ai domiciliari. Questa mattina alle 11 è fissata l’udienza di convalida dinanzi al gip di CALTANISSETTA. Dopo la convalida la competenza tornerà alla procura di Agrigento.

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“Atti del genere, che non dovrebbero avere nulla a che fare con la politica, turbano sicuramente chiunque. Per questo desidero ringraziare l’intera comunità licatese, tutte le comunità territoriali siciliane e la politica, su tutti i fronti, locale, regionale, nazionale ed europeo, che mi hanno fatto sentire la loro vicinanza e il loro calore. Un sentito grazie va anche alla Chiesa, che fin da subito ha dimostrato solidarietà in questo momento di difficoltà. Infine, un grande ringraziamento alla magistratura e agli inquirenti, che si sono immediatamente attivati per fare piena luce su questo episodio”.

Lo afferma il deputato regionale del M5S, Angelo Cambiano, all’indomani dell’atto intimidatorio messo a segno da ignoti contro la sua segreteria politica.

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